mercoledì 25 dicembre 2019

Belcanto Italiano celebra Giuseppe Persiani a Recanati: "PERSIANI RITROVATO", 28 dicembre 2019

Locandina di "PERSIANI RITROVATO", conferenza-concerto in occasione delle Celebrazioni di Giuseppe Persiani - Recanati, 28 dicembre 2019
"PERSIANI RITROVATO" è il titolo dello straordinario evento musicale che vuole festeggiare il compositore belcantista recanatese Giuseppe Persiani (Recanati 1799 - Parigi 1869), nei 220 anni dalla nascita ed i 150 anni dalla scomparsa: conferenza-concerto che avrà luogo a Recanati il 28 dicembre 2019, ore 21.00, alla Sala della Musica di Controvento, a coronamento delle Celebrazioni per Giuseppe Persiani, con il Patrocinio della Regione Marche.


Un'occasione unica di poter sentire eseguiti dal vivo, ed in un'unica serata, brani strumentali ed arie d'opera (da "Ines de Castro", non nella vers. orig. per la Malibran, bensì in quella per la Tacchinardi-Persiani poco conosciuta ai giorni nostri, riproposta dopo circa 180 anni di assenza) e di musica sacra (da "Abigaille") composte da Persiani, oggigiorno di rarissimo ascolto, nell'interpretazione del Belcanto Italiano Duo - Astrea Amaduzzi, soprano e Mattia Peli, pianoforte - al quale si aggiungerà anche il baritono anconetano Davide Bartolucci.
 Il M° Peli eseguirà, inoltre, un brano strumentale di Persiani per pianoforte solo - di cui ha ritrovato lo spartito antico - le Variazioni brillanti sul tema "La madre rea punisci" dalla "Semiramide" di Rossini.
La narrazione è affidata al ricercatore e musicologo Paolo Santarelli che guiderà il pubblico, tra una musica e un'altra, lungo la serata musicale. 

Il baritono Davide Bartolucci
Paolo Santarelli, ricercatore e musicologo

Negli ultimi anni il soprano Amaduzzi si è distinto a Recanati per aver interpretato in concerto al Teatro Persiani, il 7 maggio 2017, in duo soprano-pianoforte, la celebre romanza "Cari giorni", dal capolavoro operistico del Persiani "Ines de Castro" - esecuzione in prima mondiale in tempi moderni nella versione riscritta per la moglie Tacchinardi-Persiani nel 1839 - dopo che aveva già cantato in concerto all'Auditorium del Centro Mondiale della Poesia, il 22 giugno 2016, l'aria "Cari giorni" nella prima versione del 1835 composta per la Malibran.
Del compositore recanatese "la voce del belcanto" ha eseguito in concerto nella Basilica di Santa Teresa d'Avila in Roma, il 16 luglio 2017 (riproposta poi a Recanati nella suggestiva Cattedrale di S. Flaviano il 30 agosto 2017) - sempre in prima mondiale in tempi moderni - in versione soprano-organo, anche la Cavatina sopranile del bellissimo oratorio "Abigaille" composto da Persiani nel 1826.
Inoltre, il soprano belcantista ha cantato la Cavatina iniziale di Ines "Quando il core in te rapito", dall' "Ines de Castro",  con la cabaletta conclusiva "Nell'ebbrezza dell'amor", all'Auditorium del Villaggio delle Ginestre, il 20 ottobre 2018, in duo soprano-pianoforte (riproposta in seguito il 31 dicembre 2018 al Teatro Parvum di Alessandria ed il 30 maggio 2019 alla sala Armonia Cordium di Napoli): l'unico brano di Persiani che sia stato mai eseguito a Recanati, quando era in vita l'autore - fu la prima donna Teresa Asdrubali di Ancona alla sua "beneficiata", avvenuta in occasione dell'apertura del Teatro di Recanati, con l'opera di Bellini "Beatrice di Tenda", ad eseguire nel carnevale del 1840 questa Cavatina di Persiani. La riproposta dell'Amaduzzi è avvenuta a Recanati 178 anni dopo. 

Il soprano Astrea Amaduzzi
Ed è proprio all'Amaduzzi che, 'a sorpresa', è stato riservato l'onore di scoprire ufficialmente il busto del Persiani dello scultore Giuseppe Fortunato Pirrone, in occasione di "Persiani e il suo tempo" presso la Sala della Musica di Controvento, a Recanati il 20 dicembre 2019. 

Scoprimento del busto di Persiani

In questo video di presentazione il M° Mattia Peli invita il pubblico italiano ed internazionale all'importante appuntamento celebrativo:



Programma del concerto "PERSIANI RITROVATO" con gli artisti Astrea Amaduzzi, Davide Bartolucci e Mattia Peli - Sala della musica di Controvento, Recanati 28 dicembre 2019

PROGRAMMA DEL CONCERTO :

Selezione di brani dall'opera "Ines de Castro" di Persiani, nella seconda versione del 1839 scritta per la moglie Tacchinardi-Persiani, Rubini e Lablache :

Sinfonia dell'opera "Ines de Castro"
Aria di Alfonso IV re del Portogallo - "Oh Dio, qual benda...Le tue smanie...L'indegna ripulsa"
Scena e Cavatina di Ines - "Trascorsa è l'ora...Quando il core in te rapito...Nell'ebbrezza dell'amor"
Romanza di Ines - "Cari giorni a me sereni"
Scena ed aria ultima di Ines - "Quelle lagrime scorrenti"

Persiani - Introduzione, Tema, 5 variazioni brillanti e coda, per pianoforte solo (sul tema "La madre rea punisci" nella "Semiramide" di Rossini)

Persiani - Cavatina di Abigaille, dall'oratorio "Abigaille" del 1826 - "Oh stoltezza...Ma piegar quel duro core...Ma qual fiamma"

Belcanto Italiano Duo
Astrea Amaduzzi, soprano
Davide Bartolucci, baritono
Mattia Peli, pianoforte

Presentazione e letture a cura di Paolo Santarelli 


Il Belcanto Italiano Duo attorno al busto del Persiani, realizzato dallo scultore Giuseppe Fortunato Pirrone

sabato 14 dicembre 2019

PERSIANI RITROVATO - A Recanati le Celebrazioni di Giuseppe Persiani nel 150° anno dalla scomparsa

CELEBRAZIONI DI GIUSEPPE PERSIANI - "Persiani e il suo tempo" e "Persiani ritrovato" con il Belcanto Italiano Duo - Recanati, 20 e 28 dicembre 2019

Ricorre quest'anno il doppio anniversario del musicista Giuseppe Persiani, nato a Recanati l'11 settembre del 1799 e morto a Neuilly-sur-Seine, presso Parigi il 13 agosto 1869. Per celebrarlo e conoscerlo meglio, l’Associazione Controvento e l’Associazione Beniamino Gigli, hanno organizzato due conferenze-concerto dedicate a lui e al periodo in cui è vissuto. Entrambi gli eventi sono dedicati al Centro Aiuto alla Vita di Recanati.

La prima serata, che si terrà venerdì 20 dicembre alle ore 21.00, avrà come relatore Giuseppe Luppino, Bibliotecario dell’Università di Macerata. Il titolo del suo intervento è “Persiani e il suo tempo” e sarà un viaggio tra la musica a cavallo dei due secoli rapportato alla figura del Persiani e della sua famiglia. Durante la serata sarà scoperto il calco originale in gesso del busto di Giuseppe Persiani donato all’associazione dalla famiglia dello scultore Giuseppe Pirrone autore anche del busto di Beniamino Gigli che si trova al Teatro Persiani.

La seconda serata "Persiani ritrovato", in programma per sabato 28 dicembre alle ore 21, avrà come protagonista il duo Belcanto Italiano composto dal soprano Astrea Amaduzzi e dal pianista Mattia Peli e il baritono Davide Bartolucci. L’introduzione al concerto sarà curata dal Prof. Paolo Santarelli, regista e ricercatore musicale e storico.
Sarà eseguita una selezione di brani dall'opera lirica "INES DE CASTRO", capolavoro del Persiani, nella seconda versione del 1839 riscritta dall'autore per la Tacchinardi-Persiani, Rubini e Lablache: la Sinfonia, l'Aria di Alfonso IV re del Portogallo, la Scena e Cavatina di Ines, la celebre romanza di Ines "Cari giorni" e la Scena ed aria ultima di Ines, così come le interessanti Variazioni brillanti per pianoforte solo composte da Persiani sul tema "La madre rea punisci" nella "Semiramide" di Rossini e la Cavatina di Abigaille dall'oratorio "ABIGAILLE" di Persiani.
Al termine della serata sarà inaugurato il nuovo spazio dell’Associazione Beniamino Gigli e del Centro Internazionale di Studi per il Belcanto Italiano Beniamino e Rina Gigli.

Gli eventi hanno il patrocinio della Regione Marche e dell’Ente Nazionale Associazioni Culturali, e sono stati realizzati in collaborazione con Iustissima Civitas, Stile ‘800, Duo Belcanto Italiano, Incontri d’Opera. L'ingresso è gratuito.

domenica 13 ottobre 2019

NOTE SACRE MARCHIGIANE a Recanati con il Belcanto Italiano Duo

Venerdì 18 ottobre 2019 alla Sala della Musica dell'Ass. Controvento A.P.S., in via Ceccaroni 1, alle ore 21,15 : "NOTE SACRE MARCHIGIANE" per celebrare San Luca evangelista, patrono dei medici.
Il concerto ha il patrocinio dell'Ordine Provinciale dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Macerata ed è organizzato in collaborazione con l'Associazione Beniamino Gigli. 

NOTE SACRE MARCHIGIANE con il Belcanto Italiano Duo, formato dal soprano Astrea Amaduzzi e dal pianista Mattia Peli - Recanati 18 ottobre 2019

Il soprano lirico di coloratura Astrea Amaduzzi e il maestro Mattia Peli, al pianoforte, saranno i protagonisti della serata musicale, eseguendo musiche dei marchigiani Giovanni Battista Pergolesi (dal "Salve Regina"), Gaspare Spontini (dall'opera "La vestale"), Gioachino Rossini (dalla "Messa di gloria") e Giuseppe Persiani (dall'oratorio "Abigaille") compositore belcantista di grande valore ancora troppo poco eseguito e non sufficientemente conosciuto in Italia e nel mondo, del quale ricorrono quest'anno i 220 anni dalla nascita, avvenuta a Recanati nel 1799, ed i 150 anni dalla scomparsa, avvenuta a Parigi nel 1869. 

Prima della musica ascolteremo un intervento di Don Paolo Volpe sulla figura di San Luca.

Presenta Laura Borgognoni Pelati.

Ingresso gratuito - info: 320-9127249

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- NOTE ALL'ASCOLTO di Mattia Peli -
Concerto NOTE SACRE MARCHIGIANE per celebrare San Luca, Recanati 18 ottobre 2019



Gentile pubblico recanatese,
questa sera avremo la possibilità di ascoltare e godere di alcune bellissime musiche scritte da compositori marchigiani. Gli autori prescelti sono Pergolesi, Spontini, Rossini e Persiani, compositore quest'ultimo poco conosciuto in Italia e nel mondo, e la cui musica è attualmente assai poco eseguita.


PERGOLESI - Salve Regina

Iniziamo con il primo movimento di una delle antifone mariane composte da Giovanni Battista Pergolesi, il "Salve Regina" in la minore composto secondo lo studioso Radiciotti probabilmente nel 1730, quando ancora era studente a Napoli.
In questo brano vocale si nota, come nel resto della sua produzione, l'influenza della Scuola napoletana sul compositore di Jesi.
Infatti, dopo i primi studi di organo e violino nella città natale, durante i quali mostrò notevole talento, all'età di quindici anni, grazie al mecenatismo del Marchese Cardolo Maria Pianetti, fu ammesso nel celebre "Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo" a Napoli, dove ebbe modo di studiare composizione con alcuni dei più celebri autori della Scuola musicale napoletana, come Francesco Durante, Leonardo Vinci e Gaetano Greco.
Si diplomò nel 1731 a ventuno anni, componendo, come saggio finale, il dramma sacro "Li prodigi della divina grazia nella conversione e morte di san Guglielmo duca d'Aquitania"; nell'ultimo anno di studi aveva già composto un altro lavoro di pregio, l'oratorio "La fenice sul rogo, ovvero la morte di San Giuseppe".

Nelle note introduttive all'edizione del 1941 stampata a Roma da "Gli amici della musica da camera", si legge il seguente interessante commento al primo movimento di questo Salve Regina per soprano solo con accompagnamento di 2 violini e basso, il cui esemplare è custodito nella Biblioteca del R. Conservatorio di Napoli:
«Lievissima, quasi "aerea" l'introduzione strumentale evoca la purezza dell'atmosfera celeste avvivata da un palpito di umana tenerezza che si fa sentire nelle affettuose inflessioni dei due violini; la voce subentra e sviluppa il motivo melodico iniziale con soavità: notevoli per efficacia le invocazioni "et spes nostra, salve!" cinque volte ripetute con accenti toccanti per fervorosa insistenza.»

Lo storico e viaggiatore Charles Burney scrisse che «la chiarezza, la semplicità, la verità e la dolcezza d’espressione» della sua arte conferivano a Pergolesi una statura superiore rispetto agli altri compositori dell’epoca; ancora secondo Burney, la musica di Pergolesi, «perfino la musica sacra, dove le parti polifoniche appaiono ridotte e spesso procedono all’unisono, per quanto dia l’impressione di essere composta senza sforzo apparente, dischiude all’ascolto effetti assai più belli e notevoli di quanto non prometta la semplice lettura della partitura».


ROSSINI - Laudamus te

Nato a Pesaro, sebbene la famiglia fosse di Lugo di Romagna, il celebre "Cigno di Pesaro" non scrisse solo opere liriche nel periodo 1806-1829 come crede invece il grande pubblico, ma anche per esempio musica sacra e si dimentica spesso che egli studiò canto e si esibì come cantante da giovinetto prima di intraprendere l'attività di compositore. Delle musiche sacre da lui create ce n'è una in particolare che cadde nell'oblio sino alla ripresa in epoca moderna avvenuta nel 1972.
Come scrisse Herbert Handt, tenore e direttore d'orchestra, nell'introduzione allo spartito moderno: «(...) al giorno 24 marzo [1820], Rossini (...) stava lavorando ancora su una "Messa" che si doveva eseguire proprio in quel giorno. Questa messa, che secondo la cronaca del "Giornale delle due Sicilie" si era data nella chiesa di S. Ferdinando (di fronte al Teatro San Carlo), dev'essere stata la "Messa di Gloria". Rossini aveva avuto l'incarico di fornire la musica per le celebrazioni della festa dei Sette Dolori di Maria ("la festa de' Dolori di Nostra Signora") in quell'anno.»

Così conclude Philip Gossett la sezione dedicata alla Messa di Gloria nel suo eccellente articolo "Rossini a Napoli" scritto per il Centro Rossiniano di Studi nel 1971: «La Messa di Gloria è non solo un eccellente lavoro, ma un'opera della massima importanza. E' la prima musica sacra della maturità di Rossini, e per di più l'unica opera sacra di questo periodo di attività. Essa mostra l'influenza delle sue opere napoletane, soprattutto del Mosè in Egitto, nella maestria dell'orchestrazione, nella sicura padronanza di una larga scelta delle strutture musicali, mentre attesta un'assidua ricerca dello stile sacro del suo autore. ...La Messa è un lavoro che merita un'esecuzione, dopo un silenzio di quasi centocinquanta anni, ed è degna di entrare nel numero delle grandi musiche sacre del 19esimo secolo.»

La musica del "Laudamus te" è composta stilisticamente come musica operistica ma su testo sacro, ed è formata da due sezioni, il cantabile iniziale ricco di ornamentazioni e la brillante cabaletta alle parole "Glorificamus te" con la ripresa del tema che si presta alle variazioni personali dell'interprete che la va ad eseguire, come nel caso del soprano Astrea Amaduzzi che canta le variazioni di sua creazione ma sempre basate sul materiale tematico originale, come era in uso fare nell’epoca del Bel Canto del periodo compreso tra il ‘700 e la prima metà dell’800.


SPONTINI - O nume tutelar

Gaspare Spontini nasce a Maiolati, nelle Marche, allora parte dello Stato Pontificio. Di umili origini, venne inviato dai genitori presso lo zio paterno per intraprendere la carriera ecclesiastica, anche se i desideri e le inclinazioni del ragazzo erano rivolti verso la musica. Iniziò i primi studi musicali a Jesi; nel gennaio del 1793 viene accolto nel "Conservatorio della Pietà dei Turchini" di Napoli dove fu allievo, fra gli altri, di Nicola Sala, e ben presto cominciò a comporre.

Con "La vestale", tragédie-lyrique in tre atti, Spontini  riuscì nell'intento di inventare una grandiosità drammatica in sintonia con il clima spirituale e le esigenze  dell'epoca napoleonico-imperiale. Non a caso venne scelto un soggetto di aulica e sacrale nobilità.

Come riportato in "Teatri, Arti e Letteratura" del 20 febbraio 1840 : Il signor D'Ortigue nel suo libro - "Della scuola musicale italiana e tedesca" - cita alcuni aneddoti di celebri Compositori, coi quali dimostra quanto sia frivolo e facile ad essere cambiato il giudizio del Pubblico intorno alla musica, e quante lotte e quanti patimenti hanno dovuto soffrire i maestri che pure s'ostinarono a seguire la loro missione.
"Spontini aveva dato la Vestale all'Accademia reale di Parigi, e le prove andavano lentissime, anzi eransi intralasciate, perché quella musica era stata giudicata assurda, ineseguibile, impossibile. Avvenne che ad un Concerto dato dall'Imperatrice Giuseppina, un cantante ebbe il pensiero di eseguire un'aria di quell'Opera, che egli stava studiando. Volle fortuna che Napoleone entrasse in quel punto, e udendo cantare quell'aria, ne domandasse l'autore. Udito ch'essa faceva parte d'un'Opera che si andava protraendo, perchè giudicata ineseguibile, comanda all'Accademia che faccia tosto diventar possibile quel ch'essa aveva dichiarato impossibile, e da lì a pochi dì si rappresenta la Vestale con immenso successo, e Spontini ne trae la sua più grande rinomanza."

Impossibile non era, anche perché Spontini oltre ad essere compositore è anche stato l'autore di un metodo di canto conosciuto come "Ristretto di Esercizi per bene apprendere la maniera di canto, e lezzioni di portamento, di ornamento, ed espressione" scritto tra il 1798 e il 1800.

Nella celebre aria del secondo atto, "O nume tutelar", la protagonista Giulia, condannata alla pena capitale, prega per la salvezza del generale Licinius.
In questa straordinaria pagina operistica incontriamo tutta la delicatezza del 'bel canto' ed anche note acute, potenti e allo stesso tempo delicate.


PERSIANI - Cavatina di Abigaille

E siamo giunti all'aria solistica della protagonista dell'oratorio Abigaille di un giovane compositore recanatese, il belcantista Giuseppe Persiani: infatti egli scrisse quest'oratorio nel 1826 e risente ancora molto, nella scrittura compositiva, dell'influenza del Rossini.
Si tratta di una musica, come per il resto dell'oratorio, composta nello stile operistico dell'epoca ma su testo di un libretto che racconta una storia biblica.
La prima interprete del personaggio di Abigaille fu Agnese Costa, poi nella seconda rappresentazione per la festa dell'Immacolata concezione Persiani utilizzò un cantore Soprano della basilica di San Giovanni in laterano. La prima esecuzione avvenne il 6 Dicembre 1826, mentre la seconda l'8 Dicembre 1826 nella Chiesa di Santa Maria della Vallicella in Roma.
L'esecuzione della Cavatina avviene sulla base della mia riduzione per soprano e pianoforte (o organo) approntata a partire dal manoscritto della partitura orchestrale.
Anche quest'aria è formata da due sezioni, la prima in tempo Moderato è costituita embrionalmente dai primi tre elementi della struttura della "Solita Forma" operistica - "Recitativo, Cantabile, Tempo di mezzo" 1.OH STOLTEZZA, OH SOMMO ERRORE 2.MA PIEGAR QUEL DURO CORE 3.AH! CONSIGLIO, OH SOMMO DIO!) mentre la seconda, in tempo Allegro giusto, è costituita dall'ultimo elemento della "Solita Forma" operistica 4.MA QUAL FIAMMA, QUAL MAI RAGGIO.
Anche in questa cabaletta ricca di agilità virtuosistiche, che porta la voce sopranile a muoversi in un'ampia estensione, dal do diesis centrale al si acuto, potrete ascoltare nella ripresa del tema le variazioni personali del soprano belcantista Astrea Amaduzzi.